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al testo proposto da Loredana Savelli
Ho smesso di scrivere
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A Marko Vešović
Ho completamente smesso di scrivere Ma vado sempre nei boschi talvolta al Mare E in genere è con loro che parlo di poesia È la cosa che mi piace di più Perché della poesia è più facile parlare con il mare E per niente Con gli esperti Essi in realtà sanno poco della poesia (Ce n’è uno che sa tutto Ma ho smesso di vedere anche lui E quando lo vedo gli spiego piuttosto Come si cucina il gallo al vino Come se anche a lui questo piacesse di più)
A quanto pare non è mai facile parlare di poesia
Perché cos’è la poesia Questa domanda è retorica Ecco a cosa penso mentre passeggio tra i boschi e le acque
Il bosco sì che è pura poesia E poi I tetti di pietra delle case abbandonate piene di correnti d’aria Che splendono al chiaro di luna e in lontananza il Mare In quella casa di pietra sulla collina Da cui si vede il mare sotto la luna piena Ho visto la poesia Ho toccato le sue spine
Potete chiudere forte gli occhi E vedere chiaramente questa immagine La notte estiva La luna piena Il bianco chiarore Le case di pietra Le scaglie argentate dei tetti
E poi Lo stridere della civetta Vujka VUJKA Vujka mi chiama E la valle echeggia E risplende e muore il Mare e al chiaro di luna brillano i tetti che come gli elmi delle guardie vegliano sulle poesie non scritte
Così penso alla poesia Mentre passeggio tra i boschi e le acque
Ma là Il nudo dio delle acque e dei boschi! Così simile a te Diventa la poesia non scritta Che qualcuno chissà quando Là a Settentrione Forse un giorno capirà...
(a cura di Ginevra Pugliese e Sanja Roić, http://www.filidaquilone.it/num031puglieseroic.html)
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